Governance, gestione dei dati e formazione: pilastri fondamentali per un’IA nella PA responsabile
Loretta Chiusoli del Gruppo CRIF ha posto l’accento sull’importanza di un framework di governance per l’IA, che affronti la gestione dei dati e le questioni etiche con rigore e trasparenza. “È necessario un modello di trasformazione che diffonda la conoscenza tecnologica e dei dati a tutti i livelli dell’organizzazione, che possa, così, promuovere l’apprendimento continuo e la sperimentazione”.
La gestione dei dati, in particolare, ha sottolineato la manager, richiede un approccio olistico che consideri la qualità, la sicurezza e la conformità normativa. Per questo e per tanti altri motivi è fondamentale avere un approccio graduale all’introduzione dell’IA, il che significa che bisogna partire con progetti pilota e coinvolgere in maniera attiva le persone nel processo di cambiamento.
Quando si parla di IA nella PA, il tema della formazione continua delle persone non può non venire a galla. Com’è stato ricordato più volte durante il webinar, è importante istituire dei percorsi di formazione per colmare il divario tra le aspettative e i risultati concreti dell’IA.
Formazione che, come ha sottolineato Chiusoli, “deve riguardare tutti i dipartimenti. Nel Gruppo effettuiamo valutazioni delle competenze IA per identificare lacune e pianificare la formazione. Abbiamo creato una community per condividere casi d’uso e siamo partiti con la formazione dei leader.”
La formazione non deve, inoltre, limitarsi agli aspetti tecnici, ma deve includere anche la sensibilizzazione sui temi etici e la promozione di una cultura data-driven.
E quali sono i punti di partenza fondamentali per avviare l’adozione dell’Intelligenza Artificiale all’interno di un’organizzazione, puntare cioè su produttività individuale, efficientamento dei processi o il miglioramento dei servizi agli stakeholder?
Chiusoli: “L’IA ha cambiato la nostra strategia di assunzione”
Nel caso del Gruppo CRIF, Loretta Chiusoli ha sottolineato che il loro percorso di adozione dell’IA è iniziato con la sperimentazione dell’IA tradizionale.
“Abbiamo sviluppato uno strumento proprietario che ci ha permesso di automatizzare diverse attività, come l’analisi dei curriculum e il matching con le posizioni aperte. Questo ha liberato i colleghi dalla lettura manuale dei CV e ha permesso oro di individuare in tempi più ridotti i profili più adatti alla posizione vacante”. Inoltre ha “ribaltato” la strategia di assunzione portando l’azienda a “guardarsi maggiormente dentro” per aumentare di gran lunga la mobilità interna e ridurre l’assunzione di personale esterno.
“Grazie all’introduzione dell’IA, siamo finalmente riusciti a individuare i colleghi con le competenze giuste per le posizioni aperte, un risultato che prima era difficile da raggiungere a causa del processo di candidatura spontanea e della resistenza delle persone a proporsi. Questo è un esempio di come l’IA possa valorizzare il fattore umano, supportando le decisioni anziché sostituirle. Lo stesso principio si applica alla formazione, dove l’IA ci permette di creare percorsi personalizzati.”
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