Prestiti, continua la tendenza al ribasso: scendono gli interessi per i finanziamenti


di
Redazione Economia

Continuano a scendere gli interessi per chi chiede un finanziamento, un trend destinato a proseguire nei mesi a venire. Tra le finalità, al primo posto c’è sempre la liquidità, anche se è la più cara. Calo per le ristrutturazioni

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Prosegue il trend ribassista dei tassi di interesse sui finanziamenti. Secondo l’ultimo Osservatorio di Segugio.it, tra gennaio e febbraio gli interessi sui prestiti personali si sono attestati – nelle offerte migliori – al 7,14%, vale a dire tre basis point in meno rispetto al quarto trimestre del 2024. La discesa è ben più consistente se il confronto viene fatto con il primo quarto dello scorso anno (media del 7,40%). E in vista ci sono ulteriori ribassi, dato che questi numeri sono precedenti all’ultimo taglio dei tassi da parte della BCE, che si è detta intenzionata a proseguire nell’allentamento monetario anche nei prossimi mesi.

Risparmi importanti con la cessione del quinto

Per chi ne ha la possibilità, resta che la cessione del quinto (che consiste nel prelievo mensile di una quota di stipendio o pensione, fino a un massimo del 20%) resta più conveniente. Nel caso dei dipendenti pubblici, il tasso migliore nel primo bimestre 2025 è stato il 4,61%, per i pensionati il 5,87% e per i dipendenti privati il 5,70%.




















































Sempre al vertice i prestiti liquidità

A fronte di un mercato in continua evoluzione, restano costanti le priorità che spingono gli italiani a chiedere un finanziamento. Al primo posto tra gennaio e febbraio c’è la liquidità, che assorbe il 31,2% delle richieste totali (in crescita dal 30,1% del periodo ottobre-dicembre 2024), a evidenziare la volontà dei richiedenti di tenersi le mani libere in merito alla destinazione delle somme ottenute.

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Le richieste per l’auto usata

Al secondo posto c’è l’auto usata (20,5% delle richieste), un mercato che in Italia è rimasto dinamico a differenza del nuovo, affossato dai prezzi in crescita degli autoveicoli e da stipendi rimasti sostanzialmente al palo anche negli anni di più elevata inflazione. Seguono il consolidamento (in crescita al 18,5%) e la ristrutturazione casa, che scende al 9,6% dall’11,2% del quarto trimestre 2024. Un vero e proprio crollo che trova spiegazione nella stretta voluta dal governo Meloni sui bonus legati all’immobiliare.

La flessibilità

La flessibilità del prestito liquidità si paga in termini di tassi più elevati rispetto all’auto usata e alla ristrutturazione. Nella misura in cui consente di convogliare in un’unica posizione i prestiti preesistenti, con la possibilità di aggiungerne uno nuovo, la finalità consolidamento è quella caratterizzata dall’importo medio più elevato, ben 21.100 euro. Segue a grande distanza (16.700 euro) l’acquisto dell’auto nuova o a km zero. A completare il quadro è la ristrutturazione, che si attesta a 16.100 euro in forte crescita dai 15.400 euro del quarto trimestre 2024.

La durata media dei prestiti

Il consolidamento primeggia anche in merito alla durata media dei prestiti richiesti (7 anni e 4 mesi). Seguono la ristrutturazione casa (6 anni) e l’acquisto di un veicolo nuovo o usato (5 anni e 8 mesi). La media complessiva delle richieste si ferma a 5 anni e 5 mesi, con la durata più contenuta che riguarda l’area hobby, viaggi e matrimoni.

L’ammontare degli importi

Se si guarda agli importi, solo il 15,4% delle richieste supera i 20 mila euro e questo sta a indicare che generalmente gli italiani si muovono con prudenza, esponendosi per cifre tutto sommato contenute, in modo da non rischiare di trovarsi in difficoltà durante il piano di rimborso. La quota più consistente (un quarto circa) chiede tra cinquemila e diecimila euro.

Chi richiede i prestiti

Tra i richiedenti dominano le fasce di mezza età. Non vi sono particolari scostamenti rispetto al recente passato in merito alla residenza dei richiedenti. Dal Nord arriva sempre circa metà delle domande di finanziamento (50,3% tra gennaio e febbraio), con il Centro e il Sud+Isole a circa un quarto a testa.

L’età media

L’età media del richiedente è 44 anni e mezzo, in crescita dai 43 anni e 4 mesi di ottobre-dicembre 2024, ma comunque all’interno di un range che è rimasto sostanzialmente stabile nel tempo. Del resto, il dato non stupisce, considerato che è proprio in questa fase della vita che di solito si mettono in campo gli investimenti più frequenti. Riguardo alla tipologia contrattuale, poi, tre-quarti delle richieste (il 75,7%) arriva da dipendenti a tempo indeterminato, con i pensionati che sono il 7,7% del totale, i lavoratori a tempo determinato il 3,0%, i liberi professionisti il 2,4% e gli autonomi l’11,2%. Infine, quanto allo spaccato geografico, le richieste più consistenti arrivano dalla Basilicata, con una media 12.655 euro. Seguono il Trentino Alto-Adige e la Sardegna, con la Lombardia appena dietro.

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27 marzo 2025 ( modifica il 27 marzo 2025 | 16:36)

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