riflessioni sull’evoluzione di un mercato


Si chiude una settimana che ha visto, come era nelle attese, nella volatilità il suo elemento principale.

Settimana in cui gli investitori hanno continuato a confrontarsi con i segnali di un rallentamento dell’economia, la natura fluida della politica commerciale e l’effetto incerto che le tariffe avranno
sull’inflazione e sul ritmo della crescita economica. L’incertezza avvertita dagli investitori di recente può essere vista nelle letture del sondaggio sul sentiment dell’American Association of Individual Investors (AAII), che mostra che le percezioni rialziste del mercato per i prossimi sei mesi si sono aggirate intorno al 20% in ciascuna delle ultime quattro settimane, mentre il sentiment ribassista è stato in media di poco inferiore al 59% durante lo stesso periodo. Per contestualizzare, le letture rialziste sono state in media del 37,5% dall’inizio nel 1987 e le letture ribassiste sono state in media solo del 31%.

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Nel corso della settimana appena trascorsa, ma anche in quelle precedenti, gli investitori hanno sperato che la Fed o Trump avrebbero agito per sostenere l’economia e i mercati se la pressione di vendita avesse preso slancio. Queste cosiddette “opzioni put” avrebbero assunto la forma di tagli dei tassi da parte della Fed o un ridimensionamento dei piani tariffari da parte del Presidente. Con gli ultimi commenti di Powell secondo cui la Fed ha ancora spazio per restare in disparte mentre monitora l’andamento della politica commerciale dell’amministrazione Trump, riteniamo che sia improbabile che la “Fed put” si materializzi a breve. E con i dazi all’Europa che partiranno a breve, difficile che si materializzi anche la “put Trump”.

A livello di indici, il FTSE MIB chiude la settimana in negativo (-0,76%). Decisamente peggio le società star, il cui indice – FTSE ITALIA STAR – chiude con una flessione dell’1,47%. Leggermente positivo l’indice delle micro caps – FTSE ITALIA GROWTH, che chiude con una performance dello 0,20%.

A livello di titoli, spicca nella settimana la performance di Telecom Italia (+7,92%), dopo che Vivendi è scesa di 5 punti percentuali al 18,37% del capitale ordinario di Telecom Italia TIM, dando il via a quella che dovrebbe rappresentare l’uscita dal capitale. Di fatto, quando Poste Italiane è subentrata a CDP, rilevandone la quota appena sotto il 10% si è aperto un dialogo tra il nuovo azionista e Vivendi come primo passo per ridimensionare la partecipazione dei francesi.

Secondo miglior titolo, Banca Mediolanum (+4,19%) grazie sia al sostengo degli ottimi risultati del 2024, sia all’inizio della copertura da parte di JP Morgan, che hanno assegnato al titolo prezzo obiettivo di 17.4 euro per azione e un giudizio “Overweight”.

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Medaglia di bronzo per Italgas (+3,68%), sui rumors che martedì 1 aprile sarebbe previsto il closing della maxi operazione Italgas-2i Rete Gas.

Peggior titolo della settimana Buzzi, che lascia sul campo l’8,72%. Agli investitori continua a non piacere l’operazione che permette a Buzzi di entrare nel mercato degli Emirati Arabi Uniti con l’opa su Gulf Cement Company. L’operazione ha visto la controllata al 90% TC Mena Holding Ltd, acquisire una partecipazione del 37.6% nella Gulf Cement Company e contemporaneamente lanciare un’opa sulla restante parte del capitale a 0,56 dirham per azione.

Secondo peggior tutolo, Prysmian (-8,28%). Gli investitori sono rimasti piuttosto freddi sia per l’aggiornamento del piano industriale sia per l’acquisizione di Channell per circa un miliardo di dollari, mossa che potenzia il business digitale del gruppo con un focus sui servizi integrati per i data center.

Un’operazione che si aggiunge a quella di Encore Wire, rilevata circa un anno fa per 4 miliardi di dollari, a conferma della strategia di espansione nel mercato statunitense. Operazioni che portano ad un incremento dell’Ebitda adjusted previsto per 2028 in un range compreso tra 2,95 e 3,15 miliardi (+ 50% rispetto ai 1,927 miliardi di fine 2024).
Settimana negativa anche per Stmicroelectronics (-7,14%), sui possibili effetti dei dazi proposti dall’amministrazione Trump. Nel panorama finanziario italiano, Euronext Growth Milano – EGM, rappresenta un elemento cruciale per le piccole e medie imprese che cercano di accedere al mercato dei capitali. Eppure, negli ultimi anni, questo segmento ha progressivamente perso appeal, scivolando lentamente fuori dal radar degli investitori più attenti.

Cosa è successo? Perché un mercato nato con così tante promesse per sostenere l’ecosistema delle PMI italiane sembra oggi attraversare una fase di stallo? La nostra analisi vuole andare oltre le mere statistiche, esplorando le dinamiche profonde che hanno portato alla disaffezione.
Siamo convinti che l’EGM non sia semplicemente un mercato in difficoltà, ma piuttosto un’opportunità ancora inesplorata. Le PMI italiane rappresentano il cuore pulsante del nostro tessuto economico, e l’EGM può e deve tornare ad essere un volano di crescita e innovazione.
Ci vogliamo immergere nelle complessità del mercato, analizzando le sfide attuali e, soprattutto, delineando strategie concrete per una sua rinascita. Non solo una diagnosi, ma un percorso di rilancio che rimetta al centro le imprese, gli investitori e le loro aspettative di crescita.

Un mercato in transizione

EGM rappresenta oggi un ecosistema finanziario complesso, caratterizzato da dinamiche sfidanti e opportunità non ancora pienamente esplorate. EGM, nato per sostenere le piccole e medie imprese italiane, si trova in un momento cruciale di ridefinizione strategica, dove le tradizionali modalità di investimento devono confrontarsi con un panorama economico in rapida evoluzione.
Le nostre analisi mostrano un mercato che ha progressivamente perso slancio. I volumi di scambio e la capitalizzazione hanno subìto oscillazioni significative, riflettendo un sentiment degli investitori sempre più prudente e selettivo. Le PMI quotate, pur rappresentando un tessuto imprenditoriale dinamico, faticano a catturare l’attenzione degli investitori più evoluti e degli operatori istituzionali.
Un elemento chiave emerso dalla nostra ricerca riguarda la scarsa visibilità del mercato. Molti potenziali investitori non percepiscono ancora EGM come un’opportunità strategica. La mancanza di casi di successo ampiamente comunicati e la limitata narrazione mediatica contribuiscono a mantenere questo segmento in una sorta di zona grigia dell’ecosistema finanziario italiano.

EGM si trova inevitabilmente a competere con strumenti finanziari sempre più innovativi. Piattaforme digitali, investimenti alternativi e nuove forme di raccolta di capitale stanno ridisegnando le aspettative degli investitori. In questo complesso scenario, EGM deve reinventarsi offrendo un valore aggiunto chiaro e attrattivo per le imprese e gli investitori più lungimiranti.

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Motivi del declino dell’interesse degli investitori: l’incertezza economica globale L’ultimo triennio ha rappresentato un periodo di profonda instabilità economica. La pandemia di COVID-19
prima, seguita dalle tensioni geopolitiche e dall’inflazione, hanno generato un clima di incertezza che ha inevitabilmente influenzato le strategie di investimento. Gli investitori hanno mostrato una crescente avversione al rischio, prediligendo mercati più consolidati e aziende con track record più solidi.

Il nostro sistema normativo, spesso percepito come macchinoso e poco flessibile, rappresenta un ulteriore ostacolo. Le procedure di quotazione e gli adempimenti amministrativi possono risultare scoraggianti per le PMI, che vedono in questi passaggi più un peso che un’opportunità di crescita. La complessità burocratica allontana potenziali candidati, riducendo di fatto il bacino di aziende interessate.
Altro elemento cruciale che ci sentiamo di citare riguarda la liquidità. La scarsa profondità degli scambi rende difficile per gli investitori entrare e uscire rapidamente dalle posizioni, aumentando di fatto il rischio percepito. Questo meccanismo scoraggia gli investitori istituzionali e quelli più propensi a strategie di trading dinamiche.
Inoltre, spesso EGM sembra mancare di una narrazione coinvolgente. Non sono sufficienti i meri dati finanziari per attirare capitale: serve una storia, un racconto che connetta le potenzialità delle PMI con le aspettative degli investitori. La comunicazione deve quindi evolversi, diventando più strategica e orientata a valorizzare le eccellenze imprenditoriali.

Lo stato attuale di EGM

La nostra analisi ha l’ambizione di cominciare a costruire un ponte di fiducia tra imprese, investitori e mercato, valorizzando le eccellenze e rimuovendo gli ostacoli che oggi frenano la crescita di EGM.
EGM si trova oggi in una fase critica della sua evoluzione. Parte del gruppo Euronext, questo segmento nasce con l’obiettivo specifico di supportare le piccole e medie imprese italiane nel loro percorso di crescita e accesso al capitale.

Gli investitori percepiscono queste come caratteristiche del mercato:
 Volumi di scambio ridotti rispetto alle aspettative iniziali
 Scarsa visibilità presso gli investitori istituzionali
 Difficoltà di attrazione per nuove realtà imprenditoriali
 Percezione di maggiore rischio rispetto ad altri canali di investimento

In realtà il nostro approfondimento rivela un quadro assai più complesso, dove le potenzialità inespresse si scontrano con una serie di criticità strutturali. Le PMI italiane, cuore pulsante del nostro sistema economico, sembrano aver perso fiducia in questo strumento di capitale, preferendo strategie di finanziamento più tradizionali o alternative. La frammentazione del tessuto imprenditoriale, unita ad una certa diffidenza verso meccanismi di quotazione percepiti come complessi, ha contribuito a questa fase di stallo.

Nonostante questi elementi critici, riteniamo che EGM rappresenti una forte opportunità strategica. La sua architettura, pensata per agevolare l’accesso al mercato dei capitali per realtà medio-piccole, conserva intatte potenzialità di rilancio. Occorre però un ripensamento profondo delle modalità di approccio, che metta al centro le esigenze reali delle imprese e gli interessi degli investitori più lungimiranti.
EGM rappresenta un osservatorio privilegiato delle dinamiche che attraversano il mondo delle piccole e medie imprese italiane. Le metriche di performance degli ultimi anni evidenziano un quadro composito: accanto a casi di successo, emergono criticità strutturali che frenano l’attrattività del mercato. La volatilità dei volumi di scambio e la capitalizzazione discontinua hanno progressivamente eroso la fiducia degli investitori, allontanandoli da un segmento che pure aveva ed ha tutt’ora grandi potenzialità.
La sentiment analysis condotta tra investitori istituzionali e privati restituisce un’immagine sfaccettata.
Prevale un atteggiamento di cautela, alimentato da un contesto macroeconomico caratterizzato da incertezza geopolitica e oscillazioni dei mercati finanziari globali. Le PMI italiane, pur rappresentando l’ossatura del nostro sistema produttivo, faticano a conquistare l’attenzione degli investitori più evoluti.

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Le prospettive di evoluzione

Nonostante le sfide attuali, vediamo in EGM un potenziale inespresso di grandissimo rilievo. La capacità di innovare, di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di costruire nuovi modelli di relazione tra imprese e investitori sarà determinante. Non si tratta solo di attrarre capitali, ma di costruire un ecosistema che sappia generare valore condiviso e opportunità di crescita sostenibile.
Nel complesso panorama finanziario attuale, EGM si trova quindi ad affrontare una serie di sfide economiche e regolatorie che potrebbero comprometterne l’attrattività. L’incertezza economica globale ha generato un clima di cautela tra gli investitori, che tendono a privilegiare mercati più stabili e consolidati. Questo atteggiamento difensivo ha significativamente impattato i mercati dedicati alle PMI, che sono naturalmente percepiti come più rischiosi.

La nostra analisi evidenzia come le barriere regolatorie non siano solo un problema formale, ma incidano profondamente sulla percezione del mercato. Gli imprenditori italiani, già alle prese con sfide competitive complesse, trovano spesso poco attraente un percorso di quotazione che richiede investimenti significativi in consulenza e adeguamenti strutturali. Inoltre, la mancanza di incentivi fiscali chiari e immediati riduce ulteriormente l’appeal del mercato, facendo apparire la quotazione più come un onere che come un’opportunità strategica di sviluppo.

Analizzando i dati più recenti, emerge chiaramente come il numero di aziende quotate abbia subito un rallentamento significativo. Le PMI, tradizionalmente colonne portanti del nostro tessuto economico, sembrano aver perso fiducia nelle potenzialità di questo mercato. La scarsa liquidità e la volatilità dei titoli ne hanno progressivamente eroso l’attrattività allontanando sia gli investitori istituzionali che quelli retail. E quando gli investitori non ci sono, un mercato perde significatività.

Le dinamiche competitive si sono inoltre evolute rapidamente. Mentre un tempo questo mercato rappresentava un’opportunità unica per le aziende più innovative, oggi deve confrontarsi con alternative sempre più attraenti. Piattaforme di crowdfunding, investimenti alternativi e nuovi strumenti finanziari hanno frammentato l’attenzione degli investitori, rendendo la proposta di EGM meno esclusiva.

Non possiamo e non dobbiamo tuttavia considerare questa fase come un declino irreversibile, ma piuttosto come un momento di profonda trasformazione. Le potenzialità insite nel mercato rimangono enormi: le PMI italiane continuano a rappresentare un patrimonio di creatività, innovazione e resilienza imprenditoriale che merita di essere valorizzato e supportato con strumenti finanziari adeguati.

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La sfida che ci attende è quindi complessa ma allo stesso tempo affascinante: ricostruire la fiducia degli investitori, semplificare gli accessi, modernizzare le procedure e soprattutto dimostrare che EGM può e deve tornare ad essere un volano di crescita per le nostre imprese più dinamiche. Serve un approccio sistemico, che metta al centro la qualità delle aziende, la trasparenza delle informazioni e la facilità di accesso al mercato dei capitali.

Le opportunità di rivitalizzazione

Il mercato EGM, nonostante le sfide attuali, racchiude un potenziale inespresso che aspetta solo di essere valorizzato. La vera opportunità risiede nella capacità di trasformare le debolezze in punti di forza, ridisegnando l’ecosistema finanziario per le piccole e medie imprese italiane. Dobbiamo guardare oltre le difficoltà contingenti e immaginare un modello di mercato più dinamico, inclusivo e orientato alla crescita.
Le PMI italiane rappresentano un patrimonio unico di innovazione, creatività e resilienza. Il nostro tessuto imprenditoriale è ricco di realtà che potrebbero brillare se supportate da un contesto finanziario più agile e attento alle loro esigenze specifiche. EGM può diventare il volano per valorizzare questi gioielli imprenditoriali, offrendo loro un canale di accesso al capitale più semplice e meno vincolante rispetto ai mercati tradizionali.

La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica aprono nuove strade per ripensare completamente l’architettura del mercato. Attraverso piattaforme più intuitive, strumenti di analisi avanzati e meccanismi di matching tra imprese e investitori, possiamo creare un ecosistema finanziario più trasparente e attrattivo. La tecnologia può abbattere le barriere informative che oggi scoraggiano potenziali investitori, rendendo l’investimento nelle PMI un’opportunità più comprensibile e appetibile.

Infine, la vera rivoluzione passa attraverso la costruzione di una community finanziaria collaborativa. Non più un mercato freddo e distante, ma un network dinamico dove imprenditori, investitori e istituzioni dialogano costantemente. Promuovendo occasioni di confronto, formazione e networking, possiamo ricostruire la fiducia e l’engagement che oggi sembrano essere venuti meno. La rivitalizzazione di EGM dipenderà dalla nostra capacità di immaginare un nuovo paradigma di relazione tra capitale e impresa.

Gli incentivi alla quotazione

Il legislatore si è posto il problema di come incentivare la quotazione delle PMI e ha messo in campo incentivi fiscali importanti. Eccoli riassunti per sommi capi.
Incentivi Nazionali: il credito d’imposta per le spese di consulenza. Le PMI che decidono di quotarsi in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione possono ottenere un credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute, fino a un massimo di 500.000 euro.

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Incentivi regionali in Lombardia: la Lombardia ha stanziato dei fondi dedicati alla patrimonializzazione e alla quotazione delle PMI lombarde. Il valore massimo è fino a 600.000 euro per coprire i costi della quotazione, inclusi i costi derivati fino a 3 anni successivi alla stessa. È possibile sommare il “Quota Lombardia” con il Bonus IPO nazionale.
Un’altra iniziativa decisamente importante e che denota l’attenzione verso l’economia reale del nostro paese e strategica per l’intero mercato delle PMI, sarà l’avvio del Fondo nazionale Strategico (FNS), iniziativa congiunta del Ministero dell’Economia, di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e di Borsa Italiana e di numerosi professionisti di mercato. Il FNS, strutturato come un fondo di fondi, ha l’obiettivo di sostenere le imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese quotate, favorendo l’accesso a capitali e migliorando la liquidità del mercato azionario nazionale. Con un investimento iniziale di 350 milioni di euro da parte della CDP e la partecipazione di investitori privati, il fondo mira a creare un ecosistema finanziario dinamico che promuova la crescita sostenibile delle aziende italiane, attirando capitali sia nazionali che internazionali e rafforzando il ruolo delle PMI nel panorama economico del Paese.

Un sostegno mirato alle PMI è tra degli obiettivi principali del FNS. Il fondo mira a iniettare liquidità nelle PMI quotate che soffrono di una carenza di investitori istituzionali e di liquidità, contribuendo così a migliorare la loro capacità di crescita e di competitività. Questo intervento è cruciale per rivitalizzare il mercato azionario italiano, offrendo alle PMI gli strumenti finanziari necessari per affrontare le sfide del mercato e stimolare un ambiente di business più dinamico. L’obiettivo totale di capitale prevede che oltre 1 miliardo di euro vengano raccolti dagli investitori istituzionali, inclusi capitali retail sofisticati, che contribuiranno a rafforzare ulteriormente la base finanziaria del FNS Non sappiamo indicare con certezza l’effettivo avvio sul mercato del FNS, o detto in altri termini quando i denari raccolti cominceranno ad essere riversati sul mercato.

Azioni proposte per il rilancio

Siamo convinti che la rivitalizzazione di EGM, oltre alle lodevoli iniziative del legislatore, richieda un approccio strategico e multidimensionale. La prima direttrice di intervento riguarda il potenziamento della comunicazione e della visibilità. Dobbiamo costruire una narrazione coinvolgente attorno al mercato, valorizzando le storie di successo delle PMI che hanno già utilizzato questa piattaforma come trampolino di lancio. Attraverso campagne mirate di marketing, webinar informativi e testimonianze dirette, possiamo ricostruire la fiducia degli investitori e far emergere il potenziale inespresso di questo segmento di mercato.

Un secondo ambito cruciale è la semplificazione degli aspetti regolamentari. Le procedure di quotazione e mantenimento sul mercato devono diventare più agili e comprensibili, abbattendo le barriere che oggi scoraggiano le imprese più dinamiche. Proponiamo un processo di revisione normativa che alleggerisca gli oneri amministrativi, pur mantenendo elevati standard di trasparenza e governance. L’obiettivo è creare un ecosistema più accogliente, dove le PMI possano sentirsi supportate e incoraggiate a intraprendere il percorso di quotazione.
La liquidità rappresenta un altro elemento decisivo per il rilancio. Intendiamo la promozione di meccanismi che incentivino gli scambi e rendano più attrattivo il mercato per investitori istituzionali e retail. Pensiamo a strumenti come market maker dedicati, piattaforme di trading innovative e programmi di supporto che aumentino la visibilità dei titoli. La liquidità non è solo una questione tecnica, ma un fattore psicologico fondamentale per ricostruire la fiducia nel mercato.

Infine, l’implementazione di un ecosistema di accompagnamento per le PMI. Non basta quotarsi, occorre essere preparati e supportati nel percorso di crescita. Immaginiamo programmi di mentorship, percorsi di formazione manageriale e occasioni di networking che consentano alle imprese di sviluppare competenze finanziarie e strategiche. Creare una community attiva e interconnessa sarà la chiave per trasformare EGM da semplice mercato a vero e proprio acceleratore di opportunità per le imprese italiane.

Conclusione

Abbiamo percorso insieme un viaggio articolato attraverso le complesse dinamiche di EGM, analizzando con occhio critico le ragioni del suo attuale rallentamento e le potenziali strade per il rilancio.

Il nostro percorso di analisi ci ha condotto a una conclusione chiara: il mercato non è irrimediabilmente compromesso, ma necessita di un profondo ripensamento strategico. Le PMI italiane rappresentano ancora un patrimonio di innovazione e resilienza che merita strumenti finanziari adeguati e moderni.
Le proposte che abbiamo delineato, dalla semplificazione normativa al potenziamento dell’attrattività per gli investitori, dal miglioramento della trasparenza informativa al sostegno di meccanismi di accompagnamento delle imprese, non sono mere ipotesi teoriche, ma percorsi concreti di rigenerazione.

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Rilanciare EGM significa investire nel futuro del nostro sistema economico. Significa credere nella capacità delle piccole e medie imprese di generare valore, innovazione e occupazione. Un obiettivo che richiede un impegno corale: dalle istituzioni finanziarie, agli investitori, fino alle stesse imprese.
Non si tratta solo di un problema tecnico o regolamentare, ma di una visione più ampia che rimetta al centro la crescita, la competitività e la capacità di guardare oltre le contingenze immediate. Il nostro auspicio è che questo mercato torni a essere un ecosistema dinamico, attrattivo e stimolante. Un luogo dove le idee possono trasformarsi in progetti, i progetti in imprese, le imprese in eccellenze nazionali. La strada è tracciata. Sta ora a tutti gli attori del sistema raccogliere questa sfida, con coraggio, visione strategica e spirito di collaborazione.

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