Nel periodo 2021-2023, il 27% delle imprese ha investito per ridurre l’esposizione ai rischi di transizione, il 19% ha destinato risorse nella riduzione del rischio fisico acuto, mentre solo il 10% ha investito nella riduzione del rischio fisico cronico.
Le intenzioni per il triennio 2024-2026 mostrano un lieve incremento: le percentuali salgono rispettivamente al 28,9% per i rischi di transizione, al 19,2% per il rischio fisico acuto e al 12,5% per il rischio fisico cronico.
Le strategie di riduzione del rischio fisico si concentrano principalmente su contratti di assicurazione contro i danni climatici (41,3% nel 2021-2023, previsto 34,8% nel 2024-2026) e su interventi di riorganizzazione operativa (34% nel 2021-2023, previsto 33,4% nel 2024-2026).
Solo un’impresa su cinque sceglie invece di attuare interventi di trasformazione strategica, come la modifica del modello di business, la diversificazione della produzione o la rilocalizzazione delle attività.
Per quanto riguarda la gestione del rischio di transizione, oltre il 90% delle imprese ha adottato investimenti trasformativi volti a modificare i modelli di consumo di energia e risorse. Tra le principali iniziative emergono l’incremento dell’uso di fonti rinnovabili (36%) e la riduzione delle emissioni dirette di CO2 (23,6%).
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