La guerra dei dazi scatenata da Donald Trump mette a rischio la crescita economica, ma intanto le grandi banche realizzano profitti record grazie all’esplosione della volatilità sui mercati finanziari.
Mercoledì 30 aprile il colosso svizzero Ubs ha annunciato utili del primo trimestre superiori alle attese grazie al boom dei ricavi dell’attività di trading.
In mattinata alla Borsa di Zurigo il titolo Ubs reagisce con un rialzo dell’1,2% a 25,29 franchi. Dall’inizio dell’anno le quotazioni di Ubs sono scese del 10%. La performance a 12 mesi è +4%.
La banca svizzera, si legge in un comunicato, ha registrato un aumento del 32% su base annua dei ricavi della divisione di investment banking, in gran parte trainati da “un’attività più elevata dei clienti nei settori azionario e FX, con guadagni in tutte le regioni”. Inoltre, ha ottenuto un aumento del 15% dei ricavi basati sulle transazioni nella sua unità chiave di gestione patrimoniale globale.
L’utile netto è stato di 1,69 miliardi di dollari a fronte di una previsione media degli analisti di 1,35 miliardi di dollari. I ricavi complessivi sono stati pari a 12,56 miliardi di dollari, contro le aspettative degli analisti di 12,90 miliardi di dollari.
Il rendimento del patrimonio netto tangibile (Rote) ha raggiunto l’8,5%, contro il 3,9% del quarto trimestre 2024.
Il coefficiente patrimoniale CET 1, una misura della solvibilità della banca, si è attestato al 14,3%, invariato rispetto al trimestre precedente.
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